martedì 28 ottobre 2008

Quercus Cerris

Il Cerro (Quercus cerris) è una pianta della famiglia delle Fagaceae. Il termine Cerro deriva dal latino “cerrus”. E’ una pianta arborea alta circa 20-30 m. E’ un albero con i fusti dritti, la chioma folta ed ellittica. La circonferenza del tronco può raggiungere anche i 6 metri. Nelle piante adulte la corteccia è fessurata in senso longitudinale. Il fondo dei solchi è rossastro di colore grigio-brunastro, ruvida, dura e spessa. Le gemme sono lunghe sino a 2,5 cm, pelose e strette, corte e tozze, ovoidali e ad apice appuntito od ottuso. I frutti sono costituiti da ghiande ovoidali, di dimensioni varie, con striature longitudinali, marrone-rossastro. La cupola che ricopre la ghianda per circa ½, di diametro di 2-3 cm, con scaglie lunghe ad apice ricurvo che formano una frangia attorno al bordo. Le foglie sono caduche, alterne, semplici, verde-grigie; da giovani con peluria presente di più nella parte inferiore e lungo le nervature; da adulte quasi glabre, un po' ruvide e di consistenza membranacea (cartacea). Il Cerro si adatta a condizioni climatiche molto differenti anche se preferisce climi temperati e con un certo grado di umidità. Può vivere sino a 400 anni. Sui Monti Lepini sono presenti diversi esemplari di querce secolari soprattutto nella zone della valle le Gotte. Il cerro viene utilizzato anche nella medicina popolare. La droga è data dalla corteccia che viene impiegata per fare decotti (5 gr/100 ml di acqua) astringenti per infiammazioni emorroidarie, della pelle e delle mucose (gola, gengive, ecc.). utilizzato per lavaggi e gargarismi. Si possono fare anche tisane per diarree e disturbi intestinali dimezzando i gr per 100 ml di acqua. In farmacia vengono utilizzate le cosiddette noci di galla per la produzione di un tannino che serve come astringente.

giovedì 23 ottobre 2008

Le caldarroste

Forse questo modo di consumare le castagne è il più diffuso perche il frutto appena cotto emana un profumo inconfondibile e penetrante che rende la caldarrosta irresistibile. Per ottenere una perfetta caldarrosta occorre cuocere le castagne in una padella forata su una sorgente viva di calore: uno strato uniforme di brace molto viva. La castagna va incisa su tutta la lunghezza della parte bombata prima di metterla a cuocere, dapprima lentamente sollevando la padella e lasciando riposare fuori della sorgente di calore non appena si avverte che le castagne si avviano alla cottura, in seguito al riposo si mettono sul fuoco vivo per qualche minuto fino a far bruciacchiare la prima buccia; a questo punto la caldarrosta è pronta, il suo profumo si disperderà tutto intorno e mangiarle sarà un vero piacere.

giovedì 16 ottobre 2008

Tartufini di castagna

Ingredienti (per 4 persone)
- 1 kg di polpa di castagna;
- 250 g di zucchero;
- qualche foglia di alloro;
- sale;
- vaniglia;
- 1/2 bicchiere di rhum;
- cacao amaro;

Preparazione
Si parte dalla polpa di castagna ricavata dal frutto bollito in abbondante acqua leggermente salata ed aromatizzata con qualche foglia di alloro. La polpa deve essere privata da qualsiasi pellicina quindi passata al setaccio ed aromatizzata con vaniglia. Per dolcificare la polpa è preferibile scaldarla lentamente a bagno maria e quindi quando la polpa supera i 50 gradi aggiungere lentamente lo zucchero (250 g per 1 kg di polpa) rimestando accuratamente la polpa fino ad inglobare tutto lo zucchero; la polpa diverrà più morbida. A questo punto aggiustare e profumare la polpa con maraschino o rhum a piacere, quindi far cuocere la polpa fino a quando essa raggiungerà una consistenza tale da poter fare con essa delle palline senza che si appiccichi troppo alle dita. Formare le palline di circa 2 cm di diametro e farle rotolare su un leggero strato di cacao amaro indi per presentarle si possono deporre in pirottini di carta di opportuna grandezza. Il dolce non avendo conservanti va consumato nel più breve tempo possibile (un giorno) conservandolo al frigo in scatole chiuse.

martedì 14 ottobre 2008

La castagna

La castagna é un frutto molto diffuso e in passato e' stato un alimento base per il suo alto valore energetico. Le molte qualita' di castagne si raggruppano in due categorie, le 'castagne' e i 'marroni'. Le prime, piuttosto piccole, sono schiacciate da un lato e con la buccia resistente e di colore. brunoscuro. I marroni sono piu' grossi, più dolci e a forma di cuore, con buccia piu' chiara e striata. La principale caratteristica delle castagne e' l'elevatissimo contenuto in amido e il conseguente alto valore calorico , che le rendono sconsigliabili per i soggetti in sovrappeso e per i diabetici. A causa della bassa digeribilita' non sono adatte ai bambini molto piccoli e a chi ha problemi di digestione; per il loro contenuto di amido sono da evitare negli ulcerosi e nei colitici.

Valori nutrizionali: (189 Kcal per 100 g) - Proteine 3,5 - Lipidi 1,8 - Vitamine PP,B1,B2 - Minerali: Fosforo,potassio,calcio,sodio,ferro

giovedì 9 ottobre 2008

Montelanico - XLVI Sagra della Castagna


Si sa che nei piccoli borghi l'attaccamento al proprio paese, anche se non manifestato chiaramente, è viscerale e radicato. A volte viene fuori in tutta la sua schiettezza. Nel caso di Montelanico questo avviene durante la Sagra della Castagna. La Sagra ha raggiunto la sua 46esima edizione. Un'atmosfera indescrivibile che fin dal mattino si respira quel giorno. Un crepitio di fuochi accesi, un continuo movimento di persone, inebriate dal quell'odore tipico di caldarroste, che sembrano non aspettare altro che di essere degustate dai visitatori. E' come se tutto l'ambiente si chiudesse a protezione di vecchie tradizioni, stimolato dalla voglia di contribuire alla realizzazione della manifestazione del paesano. Nel centro storico, poi, c'è un via vai continuo: chi prepara, chi fa assaggiare orgoglioso il suo vinello, chi visita le mostre, chi torna per ritrovare e ritrovarsi. Lungo i vicoli che lo intrecciano di storie recenti e più antiche, si possono incontrare dei pittori che fermano su tela degli attimi in angoli dove ogni momento ha lasciato il segno. Si sfidano per aggiudicarsi il primo premio del Concorso di Pittura Estemporanea "Il Riccio D'Oro"; ogni anno appuntamento fisso per pittori che vogliono mettersi alla prova e far conoscere la loro arte. Come si è accennato prima, sono aperte durante la Sagra, mostre, di castagne e marroni locali, di artigianato locale che aiutano il turista ad apprezzare e a conoscere meglio il paese ed i suoi abitanti, attraverso oggetti che hanno accompagnato le giornate di contadini, artigiani e massaie fino a qualche tempo fa.

Programma

Venerdi 17 Ottobre 2008
ore 20.00 - Apertura stands gastronomici
ore 21:00 - Musica popolare con il gruppo “Mediterranti”. Piazza Cavour

Sabato 18 Ottobre 2008
ore 17.30 - Piazza Vittorio Emanuele Spettacolo Musicale con gli “Enotri”, gruppo folk lucano
ore 19.30 - Apertura stands gastronomici
ore 21.00 - “Parquaria“ ed “Enotri“ in concerto, incontro-gemellaggio tra la tradizione lepina e quella lucana. Piazza Vittorio Emanuele

Domenica 19 Ottobre 2008
ore 09.00 - Timbratura delle tele partecipanti al Concorso di Pittura Estemporanea “Il Riccio d’Oro”
ore 10.00 - Apertura Mostra Castagne, Marroni e Artigianato, in via San Pietro e piazza Vittorio Emanuele - Esposizioni dei lavori realizzati dagli alunni delle scuole
ore 10.15 - Apertura Mostra Micologica, in piazza Vittorio Emanuele
ore 12.00 - Gruppo Sbandieratori di Artena “Alfieri del Cardinal Borghese”
ore 13.00 - Apertura Stands Gastronomici
ore 14.30 - Spettacolo Musicale Itinerante con gli "Enotri"
ore 16.00 - Piazza Vittorio Emanuele esibizione del gruppo folk “Norbensis” di Norma
ore 17:00 - Apertura Mostra e Premiazione dei quadri partecipanti al Concorso di Pittura Estemporanea “Il Riccio d'Oro”. Sala Garibaldi
ore 18.00 - Estrazione di una Lotteria Gastronomica
ore 19.00 - Musica popolare con il gruppo “Popularia”

Fonte: Comune di Montelanico

martedì 7 ottobre 2008

Geologia dei Monti Lepini

Dove oggi si trovano i Monti Lepini, milioni di anni fa si estendeva un mare tropicale abitato da organismi in gran parte ormai estinti: pesci, molluschi, alghe e coralli. Percorrendo i sentieri, se si osserva con attenzione, è possibile riconoscere all’interno dei corpi rocciosi affioranti forme riferibili a fossili (frammenti di gusci o scheletri animali) o a tipiche strutture geologiche (piani di stratificazione o di fatturazione variamente deformati) che raccontano di esotici ambienti naturali del passato e delle trasformazioni avvenute nel corso di milioni di anni. Tra le testimonianze fossili sono facilmente riconoscibili le rudiste, caratteristici molluschi dal guscio a forma di cono e dimensioni variabili fino ad alcune decine di centimetri, vissute nel periodo Cretacico e poi estinte alla sua fine (circa 65 milioni di anni fa) contemporaneamente ai più famosi dinosauri e ad altri gruppi di esseri viventi. Nel territorio di Montelanico, tali particolarità sono facilmente osservabili salendo il versante che dalla località Pietrito porta alle rovine dell’antico “Castello di Collemezzo” . Numerose forme carsiche superficiali sono inoltre presenti sul territorio. Le doline, piccole conche o depressioni superficiali del terreno con diametro variabile da alcuni metri a decine di metri, localizzate in genere in zone a debole pendenza, sono spesso ricoperte da un deposito di terra rossa poco permeabile (residuo insolubile derivante dalla dissoluzione delle rocce calcaree), che favorisce l’accumulo di acqua utilizzata dagli animali selvatici o allo stato brado. Numerosi anche gli inghiottitoi, chiamati localmente “ovisi”. Sono aperture superficiali del terreno, di qualche metro di diametro, che danno accesso alla fitta e complessa rete di cavità sotterranee facenti capo a varie sorgenti sparse nel territorio.

giovedì 2 ottobre 2008

Castello del Monte Prunio

Posto su un’altura omonima, il castello del Monte Prunio domina l’abitato di Montelanico e la valle del torrente Rio. Del castello di epoca medievale rimangono alcuni tratti delle solide mura di cinta che corrono lungo il limitare del monte a forma di pentagono irregolare. L'interno del castello è ora soffocato da un groviglio di arbusti che solo in qualche parte lasciano intravedere basamenti di pareti divisionali. Sul castello del Monte Prunio per molto tempo venne esercitato un sistema di feudalesimo collettivo, tanto che nel secolo XIII ne risultano proprietari ben quattro feudatari, tra cui le famiglie De Insula e De Colle Medio, vincolati reciprocamente da diritti e doveri in vista di interessi comuni da tutelare. Stretti in un’alleanza difensiva i feudatari potevano erigere entro le mura del castello una o più torri di avvistamento impegnando ciascuno i propri vassalli. Il primo documento sul Castello del Monte Prunio è del 1088, nel quale si menziona la chiesa di Santa Croce di Pruni. Il maniero venne distrutto agli inizi del 1500. Ci volle un papa per sedare inevitabili diverbi di convivenza. Dovette personalmente intervenire Innocenzo III a riconciliare Filippo e Giordano De Insula con Lando De Colle Medio, condomini di Pruni, in contesa su alcuni diritti goduti comunemente. Così scriveva il Pontefice a Lando di Collemezzo che abusivamente aveva costruito una torre all'interno del castello di Pruni. "Da alcuni dei loro testi è stato provato che alcuni di vostri servi avevano lanciato delle tegole dalla loro casa, qualche altro pezzo di legno, quantunque dalla parte dei vostri testi venga affermato che furono gettate dal vento". Era la primavera del 1213. Il castello del Monte Prunio offre all'escursionista un incantevole panorama di Montelanico e dell'interno della valle del Rio.